La Stanza Gialla

Gli occhi sono grandi e di forma allungata. Il viso della dea è incorniciato dai capelli divisi in ciocche ondulate e raccolti dietro la nuca. Sul capo è posta una triplice corona di fiori coperta dal velo rigonfio che doveva scendere originariamente fin dietro le spalle. Ai lati della testa sono rappresentate due vittorie alate di cui si conserva quasi per intero quella di sinistra. Fra la vittoria ed il collo della divinità è posto, quale riempitivo, un fiore a quattro petali che richiama nella forma i più piccoli fiori di cui si compone la corona.
Al di sopra del velo e della corona di fiori è posto il polos diviso originariamente in tre registri decorativi: le due fasce inferiori, separate da cercini, sono ornate con sfingi e grifoni; al di sopra di queste si conserva la base di un elemento architettonico che originariamente doveva svilupparsi nella forma di un’edicola o di un tempio, come attestato da altre copie di epoca imperiale della famosa Artemide Efesia, l'antico simulacro della dea custodito nel tempio di Efeso, in Asia Minore (attuale Turchia).

L'analisi stilistica ed iconografica suggeriscono una datazione della scultura alla prima metà del II secolo d.C. Dopo un accurato restauro, da aprile 2009 la testa è esposta nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps.

 

Gli occhi sono grandi e di forma allungata. Il viso della dea è incorniciato dai capelli divisi in ciocche ondulate e raccolti dietro la nuca. Sul capo è posta una triplice corona di fiori coperta dal velo rigonfio che doveva scendere originariamente fin dietro le spalle. Ai lati della testa sono rappresentate due vittorie alate di cui si conserva quasi per intero quella di sinistra. Fra la vittoria ed il collo della divinità è posto, quale riempitivo, un fiore a quattro petali che richiama nella forma i più piccoli fiori di cui si compone la corona.
Al di sopra del velo e della corona di fiori è posto il polos diviso originariamente in tre registri decorativi: le due fasce inferiori, separate da cercini, sono ornate con sfingi e grifoni; al di sopra di queste si conserva la base di un elemento architettonico che originariamente doveva svilupparsi nella forma di un’edicola o di un tempio, come attestato da altre copie di epoca imperiale della famosa Artemide Efesia, l'antico simulacro della dea custodito nel tempio di Efeso, in Asia Minore (attuale Turchia).

L'analisi stilistica ed iconografica suggeriscono una datazione della scultura alla prima metà del II secolo d.C. Dopo un accurato restauro, da aprile 2009 la testa è esposta nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps.

 



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