La Stanza Gialla

Nei sotterranei della chiesa di Santa Sabina, al di sotto del giardino si conservano resti delle mura arcaiche in cappellaccio, sui quali poggia il rifacimento in tufo di Grotta Oscura. Questo dato oltre che dimostrare l’appartenenza delle strutture a due fasi successive, prova che l’Aventino era già incluso entro la cinta di VI secolo a.C.
In via di Porta Lavernale, la demolizione di un villino degli anni Trenta, ha permesso il ritrovamento di un considerevole tratto dell’antica fortificazione urbana. La struttura, in tufo di Grotta Oscura, è divisa in due tronconi da un intervento edilizio: il primo tratto è visibile per un’altezza di nove filari, tra la palazzina e il muro di recinzione condominiale; il secondo, per un’altezza di cinque filari, tra l’edificio e la proprietà di via Santa Melania; in via dei Deci, un altro tratto di mura fa da sostegno ad un giardino pensile di una moderna struttura dei primi anni Cinquanta.
Poco più oltre, in via di Sant’Anselmo è conservato un lungo tratto di 43 m in gran parte realizzato in tufo di Grotta Oscura

con alcuni blocchi di tufo di Monteverde e di tufo di Fidene e che potrebbe testimoniare un rifacimento di III sec. a.C. Alle spalle di esso si conservano le tracce di un terrapieno.

A piazza Albania sono visibili tre tratti di mura, due dei quali probabilmente riferibili ai restauri del I secolo a.C.

Subito dopo la piazza, un altro tratto di mura lungo 42 m si trova presso viale Aventino. Alto fino a 8 m, è costruito in opera cementizia con paramento in tufo di Grotta Oscura. In alto è visibile un arco a conci radiali in tufo dell’Aniene che, come quello nel Palazzo Antonelli su largo Magnanapoli, dava accesso ad un ambiente quasi certamente funzionale all’alloggiamento di una macchina balistica.
Ulteriori resti si conservano nel giardino e all’interno dell’Istituto di Santa Margherita e nei pressi della basilica di Santa Balbina. Nell'area della vicina piazza Remuria, dovrebbe ricercarsi la Porta Naevia menzionata dalle fonti antiche.

Nonostante la rilevanza dei resti archeologici, il percorso preciso delle mura in questa zona, nota anche come "piccolo Aventino", rimane a tutt'oggi ricostruibile solo in via ipotetica.

 


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